Occupied Spaces – Pratiche ed esperienze di occupazione europee ed extraeuropee tra Seconda
Guerra Mondiale e Guerra Fredda
Università degli Studi di Salerno
14 ottobre 2024
Negli ultimi anni, in un contesto di crescente interesse sia verso i processi di colonizzazione e decolonizzazione nel sud del mondo, sia verso altri fenomeni di violenza espansionistica, nelle discipline umanistiche ci si è concentrati sempre più sul concetto di “spazio”, come mezzo per analizzare i complessi fenomeni di relazione tra colonizzatore e colonizzato, occupante e occupato. Di conseguenza, il concetto di “spazio” è stato volutamente ampliato, arrivando a includere anche gli spazi di vita quotidiana e individualità (ad esempio genere, famiglia, istruzione, assistenza sanitaria ecc.), che cambiano e si trasformano nel contesto dell’occupazione. Il cosiddetto spatial turn ha portato alla luce non solo le dinamiche di conquista territoriale attraverso l’imposizione del dominio linguistico, culturale e fisico, ma anche le diverse controreazioni che simili dinamiche hanno innescato tra i colonizzati e gli occupati, combinando prospettive dal basso con le tradizionali prospettive top-down.
La conferenza Occupied Spaces – Pratiche ed esperienze di occupazione europee ed extraeuropee tra Seconda Guerra Mondiale e Guerra Fredda fa parte delle attività previste nell’ambito del progetto “Audio Visuals And Languages Analysis Network for Cultural Heritage in Europe – Avalanche of Democracy”, finanziato dal contributo CERV-2023- CITIZENS-REM (European Remembrance -2023) e si propone di adottare un nuovo approccio multidisciplinare ai concetti di “spazio” e “occupazione” per quanto riguarda la Seconda Guerra Mondiale e i suoi “spazi occupati”. Per “occupazione” si intende l’imposizione di controllo e potere attraverso la violenza da parte di entità nazionali e/o dei loro attori su determinati territori e/o gruppi di individui. Tuttavia, il focus della conferenza supererà sia la cronologia del periodo 1939-1945 sia il contesto europeo, ampliando l’analisi e guardando ai diversi contesti di “occupazione” attraverso la categoria di “spazio” (geografico: nazione, regione, città, quartiere, complesso residenziale; non geografico: lingua, cultura, istruzione, genere, religione, etnia). Poiché le “occupazioni” della Seconda Guerra Mondiale, così concepite, costituiscono fenomeni a lungo termine, esse spesso trascendono chiari limiti cronologici. In questo senso, ad esempio, l’invasione militare e l’incorporazione dei territori baltici nell’Unione Sovietica nel 1940 e 1944, così come l’invasione e il controllo degli spazi privati e intimi del corpo e della sessualità attraverso le leggi eugenetiche, come quelle entrate in vigore nella Germania nazista già nel 1933, possono essere ugualmente visti come fenomeni di “occupazione” a lungo termine.
Alla luce di quanto sopra, la conferenza esplorerà le seguenti questioni legate agli “spazi occupati” della Seconda guerra mondiale:
1) Occupazione e occupanti:
– Radici ideologiche, politiche e culturali dell’occupazione, nonché loro cambiamenti e dinamiche;
– Retorica e linguaggi dell’occupazione (ad esempio la definizione dell’”altro”);
– Formazione e somiglianze di o tra “culture della violenza” nel contesto dell’occupazione;
– Accostamenti tra spazi degli occupanti e spazi degli occupati nel generale “spazio occupato”;
– Rappresentazione visiva e autorappresentazione degli occupanti e dell’occupazione;
– Ricezioni ex post o attuali dell’occupazione e degli occupanti nella ricerca, nella politica e nelle arti;
2) Occupazione e occupati:
– La dinamica dell’“essere occupato”: l’occupazione come fenomeno eccezionale o ricorrente, come
esperienza collettiva o individuale;
– Occupazione e resistenza, sostegno o accettazione collettiva/individuale;
– Spostamenti e cambiamenti negli spazi occupati non geografici e loro effetti a lungo termine sugli
individui e/o sulla società;
– Ricezione e impatto all’estero della sorte degli occupati;
– Ricezioni ex post o attuali dell’occupazione e degli occupati nella ricerca, nella politica e nelle arti.
Poiché la conferenza è stata concepita come multidisciplinare, si accolgono con favore contributi da tutte le discipline umanistiche. Si incoraggiano, in particolare, proposte basate su metodologie di ricerca innovative, come le digital humanities.
Informazioni pratiche
Gli abstract con le proposte di intervento dovranno pervenire al comitato scientifico entro l’1 luglio 2024 (email: editors@occupieditaly.org). L’abstract, di una lunghezza compresa tra le 300 e le 400 parole, dovrà essere redatto in lingua italiana o inglese. Altri elementi contenuti nell’abstract saranno il titolo, il nome dell’autore, dell’Università o ente di appartenenza, l’indirizzo email dell’autore. L’accettazione della proposta verrà comunicata entro l’8 luglio 2024. In caso di accettazione, gli autori dovranno consegnare il testo definitivo dell’intervento entro la data del convegno, ovvero il 14 ottobre 2024. Gli interventi, sottoposti a double blind peer review, saranno pubblicati nel prossimo numero della rivista open access «Occupied Italy. Rivista di storia dell’Italia tra Seconda Guerra Mondale e Guerra Fredda». L’organizzazione del convegno provvederà alle spese di viaggio, vitto e alloggio per due notti (gli ospiti potranno scegliere le date di pernottamento a loro più congeniali).
Comitato scientifico e organizzativo
Francesco Cacciatore, Direttore editoriale «Occupied Italy»
Giulia Clarizia, Università degli Studi Roma Tre
Mariamichela Landi, Università degli Studi di Salerno
Sarah Anna-Maria Lias Ceide, Università di Münster
Mariangela Palmieri, Università degli Studi di Salerno
Nemola Zecca, Université Côte d’Azur
Il Progetto CERV 2023 “Audio Visuals And Languages Analysis Network for Cultural Heritage in Europe -Avalanche of Democracy” sostenuto dalla DG Justice and Consumers della Commissione Europea attraverso il programma “European Remembrance” ha come partner: Associazione Culturale Mubat (editrice di «Occupied Italy»); Fondazione Centro Di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC; Aristotle University Of Thessaloniki; Universite De Versailles Saint-Quentin-En-Yvelines; Italgas Heritage Lab.